Psicoterapia in studio
Sintomi che creano sofferenza e disagio, relazioni conflittuali o insoddisfacenti, situazioni di vita sofferte. Quello che si ripete nella vita del soggetto ha a che fare con ciò che non può essere ricordato e pensato.
Un percorso psicoterapeutico costituisce la possibilità per il soggetto di dirsi, di reperirsi in ciò che ogni volta ritorna generando sofferenza.
La psicoanalisi punta all’unicità del soggetto, per cui non ci sono percorsi standardizzati, uguali per tutti, è un’esperienza, un percorso di cura che permette di scoprire parti inedite di sé, in un costante lavoro di ricerca, per far sì che non tutto sia già scritto nella propria vita. E’ la possibilità di una scrittura nuova.
Che differenza c’è tra la psicoanalisi e le altre psicoterapie?
Generalmente negli altri approcci il terapeuta dirige il paziente con un orientamento più direttivo. Il paziente vi si affida e segue le sue prescrizioni, si orienta sulla base dell’approvazione o non approvazione del terapeuta che propone, seppur in filigrana, un modello da seguire.
Ciò che contraddistingue invece la psicoanalisi, è che l’analista non dirige affatto il paziente, ma unicamente la cura.
L’analista non si offre come modello, non punta ad una presunta “normalizzazione del soggetto”, non mira a ciò che comunemente si può considerare “il bene del paziente”, perché ciò che importa è l’incontro del soggetto con il suo desiderio inconscio, con la propria verità, con ciò che si ripete nella propria vita a sua insaputa.
E’ proprio questo che può avere effetti di cura per la psicoanalisi, che arrivano non perché ci si è impegnati a seguire una certa direzione, ma perché tessendo le fila del proprio discorso si producono delle modifiche imprevedibili e sorprendenti che aprono al nuovo.