Dipendenze
I fenomeni di dipendenza da droghe, alcool, cibo, gioco, relazioni, catapultano il soggetto in un rapporto di totale sottomissione all’oggetto, che deve essere sempre presente, immediatamente disponibile, allontanandolo a poco a poco dalle relazioni e dal proprio desiderio.
Sempre più si incontrano nella clinica persone che vivono un rapporto con una molteplicità di oggetti facilmente rimpiazzabili e sempre ogni volta immancabili in una frenetica corsa al godimento.
L’oggetto della dipendenza diventa il vero partner del soggetto, un partner apparentemente sicuro, affidabile, controllabile, che non domanda nulla, che non espone al rischio della perdita e dell’abbandono in grado di fornire piacere immediato.
Tuttavia se l’oggetto fornisce l’illusione di esercitare un controllo e di evitare il vuoto e la perdita con le quali inevitabilmente ognuno di noi è chiamato a fare i conti, la situazione appare essere in realtà rovesciata: chi è veramente in una posizione di assoggettamento è il soggetto stesso, sempre più isolato, che vive in un rapporto esclusivo e morboso con l’oggetto.
Un percorso di cura basato sulla parola mira a cogliere in che modo fino a quel momento la dipendenza si è costituita come un’illusoria soluzione ad un disagio che necessita di essere messo in parole.