Crisi Adolescenziale
L’addio all’infanzia non è mai indolore, porta sempre con sè un senso di perdita e di rinuncia. Insieme alla sorpresa dei primi cambiamenti fisici si avvicina anche un senso di disagio: sia il ragazzo che la ragazza non sanno se quella nuova immagine che stanno sviluppando sarà poi amata come lo era quella da bambino.
Nell’adolescenza il ragazzo si trova per la prima volta a fare i conti con la propria particolarità, a scoprire le sue passioni, il proprio desiderio, e ci si rende conto che i genitori non hanno una risposta per tutto, che non possono più garantire per lui, non possono garantire di restare simpatico agli amici, attraente o competente nelle prime esperienze amorose e sessuali…ci si sente esposti per la prima volta ai rischi della vita.
E’ proprio per questo che molte crisi e sintomi trovano nell’adolescenza un terreno fertile per emergere: rappresentano delle risposte a questo tipo di impasse, talvolta si può scegliere un oggetto partner “più sicuro”, come il cibo nei disturbi del comportamento alimentare o le sostanze nelle tossicomanie…. oggetti con i quali è più facile avere a che fare, con i quali ritrovare la forza, la capacità di far fronte alle difficoltà, evitando l’incontro con l’altro.
Allo stesso tempo possono comparire stati di depressione, ansia, angoscia, solitudine, che indicano la difficoltà di un ragazzo alle prese con le incertezze dello sperimentarsi in un mondo nuovo e fuori dalla portata del genitore che fino a quel momento lo aveva protetto.
L’adolescenza è il tempo della separazione, che può passare talvolta attraverso l’odio e l’attacco al genitore, un odio che l’adulto può fare fatica a sopportare. SI tratta di una fase delicata ma necessaria in cui ci si separa dall’altro per costruire poco a poco qualcosa di personale, in un processo in itinere, senza un manuale di istruzioni, in cui tutto è ancora da scoprire.
Occorre che l’adulto sia vigile e riconosca quando è il caso di chiedere aiuto per offrire al ragazzo un posto dove poter mettere in parola il proprio disagio, per scoprire che quel sintomo ha un significato, che non è li a caso e che può essere un appello rivolto all’altro.
Solo all’interno di una relazione terapeutica è infatti possibile per il ragazzo che vive questa sofferenza, trovare un modo nuovo per procedere nel proprio singolare percorso di costruzione soggettiva.