SOS Ghosting: cosa può dirne la psicoanalisi

“Sentirsi amata è per una donna un bisogno superiore a quello di amare”, scriveva Freud. Per questo le pene d’amore possono deragliare in una donna, verso forme di vera e propria follia.

Se l’uomo punta a fare della donna la causa del suo desiderio a partire da pezzi di corpo di lei che orchestrano il suo desiderio, la donna punta all’essere desiderata, la donna cerca parole d’amore che le indichino di essere amata e desiderata.

Una domanda che sembra talvolta non arrestarsi mai, che chiede ancora conferme: “mi ami?”. Questo rende le donne più sensibili e bisognose dei segni d’amore. E più esposte al rischio di perdersi quando questi segni vengono a mancare.

Cosa può accadere allora per una donna quando improvvisamente la parola e la presenza dell’altro vengono meno?

È quello che oggi viene descritto nel gergo comune con il termine “Ghosting”, rendersi fantasmi. Sparizioni improvvise, senza spiegazioni.

Non riguarda certamente solo le donne, anche gli uomini possono cadere nelle trame di certe uscite di scena.

Che cosa accade nel Ghosting?

Uomini inizialmente interessati e presenti che nel momento più bello, quando la relazione sembrava avere finalmente preso il via, di punto in bianco diradano le loro attenzioni, mostrandosi disattaccati, disinteressati, per arrivare infine alla totale sparizione lasciando un senso di vuoto e smarrimento.

Se fino a ieri si sapeva tutto di lui, improssivamente lo scenario cambia. Perchè?

Lo spaesamento, il senso di vuoto e di abbandono sono amplificati dall’assenza di comunicazione che porta a sentirsi un oggetto scarto a cui non è riservata nemmeno la minima spiegazione.

L’incredulità e la sensazione di essere state vittime di un inganno possono essere seguite da ulteriori delusioni lì dove queste possono tornare dopo un pò di tempo come se nulla fosse, dando il via ad un circuito di presenza e assenza.

Si è trattato dunque di un fraintendimento? Qualcosa è andato storto?

Perchè è sparito?

La psicoanalisi ha il merito di averci mostrato che le cose non sono sempre così come sembrano.

L’uomo spesso costruisce delle vie contorte per evitare l’incontro d’amore, per non sentirsi esposto a quella infinita domanda d’amore che caratterizza il femminile. Perchè si tratta di una domanda che porta con sè dell’ingovernabile.

Se l’uomo normalmente si trova più a suo agio con tutto ciò che è controllabile e regolato, essere esposti al desiderio dell’altro e alla sua incognita può divenire fonte di angoscia: “che cosa vuoi da me?”.

Con il desiderio ci si espone inevitabilmente alla mancanza. L’altro che desidero mi rende mancante, bisognoso di lui, della sua presenza. Si tratta di una nevrosi tipicamente maschile, che porta alcuni uomini a temere il desiderio, sentendo la propria integrità a rischio.

Ecco allora che la fuga diviene una manovra per azzerare il desiderio, per evitare l’incontro con l’altro, vissuto come una minaccia.

In alcuni casi dietro il ghosting può esserci una difficoltà nell’esprimere le proprie emozioni.

Sempre più spesso ci troviamo di fronte a ragazzi in deficit rispetto alla capacità di identificare e nominare quello che sentono, per ragioni che affondano le loro radici nel tessuto familiare e nell’infanzia.

Impossibilitati a capire quello che provano e quindi a comunicarlo, nel turbine di emozioni a cui non si sa dare un nome, rendersi latitante appare come l’unica soluzione per evitare quella confusione che ingombra il soggetto.

Cosa si può fare?

Non esistono soluzioni o tecniche che possono funzionare in questi casi. Difficilmente si tratta di inconvenienti o ferite che possono essere evitate o lenite con l’impegno, o facendo semplicemente appello alle persone più vicine.

Se il ghosting mette in primo piano il primato dell’agito sulla parola, in linea con una certa tendenza del nostro tempo, la psicoanalisi ci invita a fare leva sulla forza della parola, che non significa fossilizzarsi in uno sterile lamento sull’altro ma dire di sè, per arrivare a circoscrivere quel fondo più intimo del soggetto che molto ha a che vedere con la sofferenza che lamenta.

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